30 anni fa la Casa tedesca proponeva il suo airbag “full-size”. Dimensioni quasi doppie all’Eurobag per una maggiore protezione. • Una protezione praticamente istantanea.
Esattamente trenta anni fa, nel 1992, Opel proponeva un inedito airbag della capacità di 67 litri – ovvero circa il doppio di quella del contemporaneo Eurobag – che proprio per questo suo grande volume d’impatto era in grado di proteggere il guidatore anche in caso di collisioni laterali. In queste circostanze infatti si sviluppano spesso forze che si applicano negativamente sulla parte superiore del corpo umano. L’airbag “full-size” Opel infatti avrebbe protetto – e fa ancora oggi con successo – efficacemente non solo la testa, ma anche il torace del guidatore.
Inizialmente disponibile solo in corrispondenza del sedile del guidatore e sui modelli di classe media, l’airbag “full-size” Opel sarebbe stato poi reso progressivamente disponibile anche per il passeggero anteriore e su tutta la gamma della Casa tedesca, aggiungendosi ad agli altri equipaggiamenti di sicurezza passiva già da tempo presenti sulle automobili Opel come i pretensionatori delle cinture di sicurezza dei sedili anteriori, le doppie barre laterali di protezione inserite nelle porte, le rampe anti-affondamento nei sedili.
Il nuovo airbag veniva fatto scattare da sensori sistemati nel tunnel centrale. Dopo appena 50 millesimi di secondo dal momento dell’impatto il cuscino era già completamente gonfio e, anche se la vettura viaggiava a velocità sostenuta, impediva al guidatore di andare a sbattere violentemente contro il volante. L’airbag Opel entrava in funzione solo nel caso di urti frontali nei quali la decelerazione superava quella generata da un urto alla velocità di 25 km/h contro un ostacolo fisso. I risultati delle prove – compresive di fino a 35 crash-test per ciascun modello – avevano indicato infatti che l’ulteriore protezione offerta dall’airbag era particolarmente necessaria negli urti alle alte velocità.
L’airbag Opel comprendeva anche un sistema diagnostico che controllava automaticamente il funzionamento di ciascuna componente. Una volta avviato il motore, una spia luminosa sul cruscotto indicava che il dispositivo era pronto e si spegneva dopo un breve periodo. Se la spia si accendeva durante la guida, voleva dire che c’era un guasto.
Prove di durata avevano confermato la lunga vita di tutte le componenti: l’airbag era in grado di funzionare efficacemente anche per oltre 10 anni, assicurando agli occupanti il Massimo grado di protezione. Dopo una collisione durante la quale l’airbag si era gonfiato, il volante contenente il modulo airbag, la colonna dello sterzo ed il sistema elettronico avrebbero dovuto essere sostituiti.
L’airbag “full-size” Opel – abbinato alle cinture di sicurezza, ai pretensionatori ed alle rampe anti-affondamento dei sedili – contribuiva a ridurre ulteriormente il pericolo di ferite in caso di urto frontale. Le doppie barre di rinforzo inserite nelle porte garantivano agli occupanti un ulteriore livello di protezione in caso di urto laterale.
I sensori d’urto dell’airbag Opel, inseriti nel tunnel centrale, reagivano ad un gran numero di angoli di impatto. Il risultato era che l’airbag era azionato efficacemente anche in caso di urti laterali.
Ad un microprocessore collegato al sensore era affidato il compito di decidere se e quando l’airbag dovesse essere attivato. Il dispositivo elettronico, che si rifaceva all’entità della decelerazione, richiedeva un tempo di 10-15 millesimi di secondo per determinare se ci si trovava in presenza di un incidente di una certa gravità. Analogamente, ci volevano solo poche frazioni di secondo in più perchè il cuscino fosse gonfiato.
Cinque millesemi di secondo dopo l’attivazione, il propellente solido era incendiato dalla cartuccia, liberando nitrogeno e facendo aprire nel punto di rottura previsto il coperchio del modulo airbag posto sul volante. A questo punto in cuscino usciva e cominciava a gonfiarsi. L’airbag era azionato tanto rapidamente che gli occupanti dell’automobile avrebbero notato a mala pena la sequenza degli eventi. Sebbene la detonazione provocata dal propellente esplosivo sia percepita, è spesso sovrastata dall’effettivo rumore della collisione.
Ancora oggi l’airbag “full size” Opel non solo impedisce che la testa del guidatore vada a sbattere sul volante, ma fornisce anche un’ampia superficie d’appoggio al tronco, limitando di conseguenza il pericolo di ferite alle costole ed allo sterno. L’airbag aumenta la capacità di trattenimento della cintura di sicurezza che continua a rappresentare un elemento basilare di un completo sistema di protezione degli occupanti.
La funzione dell’airbag Opel si integra con quelle della cintura automatica a tre punti e del pretensionatore: la cintura ed il pretensionatore assicurano un’eccellente protezione al passeggero in caso di urto frontale a bassa velocità, ma l’airbag elettronico entra in funzione solo quando l’entità della decelerazione supera quella generata da un impatto alla velocità di 25 km/h contro una barriera fissa.
Prove di “crash” ed analisi di reali incidenti stradali sottolineano il valore di un ulteriore sistema di protezione passiva. Indagini scientifiche confermano che, mentre la cintura di sicurezza automatica a tre punti compensa in parte lo spostamento in avanti degli occupanti, non è sempre possibile evitare che il guidatore od il passeggero anteriore vadano a sbattere sul volante o sul cruscotto in collisioni a velocità di oltre 25 km/h.
Da trenta anni l’airbag “full-size” Opel da 67 litri evita che il guidatore urti il volante alle alte velocità. Il cuscino gonfiato di nitrogeno ha una grande e morbida superficie d’impatto che protegge efficacemente la testa da un urto sul volante anche alle alte velocità. Prove di “crash” a 50 km/h hanno evidenziato che grazie ad un airbag di questo tipo, è possibile ridurre notevolmente il limite HIC (Head Injury Criterion ovvero criterio per la valutazione delle ferite alla testa) fissato in 1.000 dalla normativa americana sulla sicurezza.
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